Gli studenti contestano il Career Day: interrotti i saluti istituzionali

Obiettivo lavoro 3' di lettura 09/11/2012 - Gli studenti e le studentesse del 'collettivo per l'Autogestione' intervengono durante il Career Day, interropendo la presentazione dell'iniziativa per denunciare le manovre che le aziende, con la complicità delle istituzioni universitarie, attuano a proprio uso e consumo nei confronti di studenti laureandi e laureati.

Negli anni passati abbiamo già contestato il carattere aziendalistico di iniziative come il 'Career Day', emblema della mercificazione e della progressiva privatizzazione dell’istruzione universitaria pubblica, di fronte alla quale la nostra generazione si sente sempre più tradita e penalizzata.

La ridefinizione dei percorsi formativi e la risultante dequalificazione formale e sostanziale della didattica attuate con il Ddl Gelmini, piuttosto che il manifesto dell'ideologia meritocratica incarnata dalla riforma Profumo, hanno svuotato l'università della sua funzione primaria di formazione di un sapere critico e non atomizzato, riducendola essenzialmente ad uno spazio funzionale alla ristrutturazione del mercato del lavoro, uno strumento per accogliere gli interessi privati di imprenditori disinteressati alle reali esigenze sociali della nostra generazione.

Vogliamo fare prendere coscienza a tutti gli studenti di come anche all'interno delle università si riproducano i rapporti di forza affermatisi nella società, tramite la diffusione di una cultura dominante e meritocratica che, facendo leva sulla competizione, sulla corsa al successo e su un individualismo sfrenato, impediscono lo sviluppo di una coscienza collettiva ed orizzontale, spacciando la meritocrazia come una soluzione neutrale al sistema clientelare.

La distinzione tra i 'poli d'eccellenza' e le università di serie B, l'inasprimento della selezione attraverso i test d'ingresso e la sostituzione dei diritti per le fasce reddituali più deboli con un sistema basato sui privilegi per i più meritevoli rappresentano una prova tangibile della distinzione di classe che preclude il libero accesso alla formazione universitaria.

Una retorica mistificatrice del ‘dividi et impera’ che funge da collante sociale per discriminare studenti senza mezzi e futuri lavoratori precari, premiando solo chi ricopre una posizione sociale tale da permettersi di concludere gli studi. Il ‘Career day’ è la metafora perfetta per comprendere la politica del ‘bastone e della carota' tanto cara al ministro Profumo, creando false illusioni ed aspettative in quegli studenti che, ancora fiduciosi di ottenere un futuro radioso ed un reddito garantito, svendono la propria dignità per una carota, finendo poi per affrontare il bastone del precariato a vita!

Iniziative simili a quella di oggi, organizzate all'interno dei 'luoghi del sapere', sono il riflesso locale delle scelte neoliberiste attuate dalla classe politica internazionale che, dopo aver generato la crisi, propone soluzioni analoghe imbevute di una cultura aziendale che punta ad estrarre conoscenze e saperi per l'aumento della produttività: le proposte di tirocinio e stage non retribuiti (o pagati meno del minimo sindacale) permettono alle aziende di sfruttare la forza lavoro degli studenti a costo zero, camuffano la condizione di precarietà permanente a cui oggi siamo destinati, con la promessa di un futuro inserimento nel mercato del lavoro... relegando il neolaureato all’inseguimento di un traguardo che non raggiungerà mai.


   

da Collettivo autogestito Urbino





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-11-2012 alle 00:21 sul giornale del 09 novembre 2012 - 815 letture

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