Rincari degli autobus, le proteste degli studenti

Autobus 3' di lettura 12/08/2013 - Tre anni fa ad Urbino e provincia un biglietto urbano costava 1.00 euro, gli studenti iscritti alla Carlo Bo potevano usufruire di una convenzione tra ERSU, Università, Comune e azienda dei trasporti che gli permetteva di utilizzare un abbonamento mensile urbano al costo di 15.00 euro, oppure di uno extra urbano al costo di 30.00 euro mensili, utilizzabile in tutta la provincia.

Un anno dopo il prezzo del biglietto urbano subì un aumento di 0,5 centesimi e il prezzo lievitò a 1,05 euro. Denunciammo subito quello che si intuiva fosse l’inizio di una tendenza che non intendeva ne tutelare ne prendere in considerazione il tema del diritto allo studio, concorrendo anzi a colpirlo in sintonia con le politiche nazionali e sovranazionali. Passò poco tempo e anche la convenzione per gli abbonamenti agevolati per gli studenti fu abolita, non fu rinnovata, così che oggi quella convenzione è un ricordo che gli studenti meno giovani tramandano alle matricole: “una volta c’era una convenzione per i trasporti pubblici, ci si spostava bene”.

Non che quella convenzione fosse avere la luna, già il fatto che dovesse essere rinnovata annualmente dagli enti, senza nessuna garanzia per l’anno successivo, a noi pareva detestabile, esempio concreto dell’incapacità degli amministratori di capire cosa significhi investire a lungo termine sulla tutela dello studente. Ma ora anche quella convenzione è un miraggio, lontana anni luce ormai, ancor di più oggi che Adriabus, ha deciso di aumentare ancora il prezzo dei biglietti urbani ed extra urbani, il prezzo del biglietto urbano è passato da 1,05 a 1,15 euro. Il secondo aumento in due anni, ovviamente indiscriminatamente anche per tutti gli studenti. Ci chiediamo dove voglia arrivare Adriabus, ci chiediamo soprattutto dove voglia arrivare la Regione Marche, questa è la politica che ha in mente l’amministrazione regionale, continuare a far pagare la crisi a chi non ha più niente da dare? Ci chiediamo dove sia il direttore dell’ERSU Massimo Fortini e perché non ha ancora minacciato le proprie dimissioni da un ente che ormai è solo un cartello.

Ci chiediamo dove siano il sindaco di Urbino Franco Corbucci e il rettore dell’Università di Urbino Stefano Pivato, perché non intervengono, e se si sono resi conto che il nostro ateneo ha perso migliaia di studenti in quindici anni, se si sono resi conto che, aldilà delle ricerche locali che descrivono quasi un ateneo da favola (ricerche svolte dove, viene da chiedersi), è praticamente impossibile incontrare ad Urbino uno studente che sia soddisfatto della città e della sua università, per non parlare dei tanti che non vedono l’ora di scappare! Tutti, nessuno escluso, dal Comune all’ ERSU, dall’Università alla Provincia, alla Regione, continuano a maltrattare un ateneo e una città a cui noi studenti, invece, teniamo, perché sono le sedi della nostra formazione. Continuano a perseverare con politiche miopi che stanno portando Urbino ad una lenta rovina, una rovina sotterrata dall’ottusità, dall’incapacità o peggio dalla mancanza di volontà di investire sulla conoscenza e sul diritto allo studio. Hanno dimostrato di non saper concepire una politica diversa da quella della ritirata dei diritti, dettata a livello nazionale ed europeo. Un nuovo anno accademico tra poco inizierà, non staremo a guardare i nostri diritti arretrare, ARRETRERETE VOI!


da Associazione Universitaria Fuorikorso




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-08-2013 alle 21:36 sul giornale del 13 agosto 2013 - 2808 letture

In questo articolo si parla di attualità, urbino, università di urbino, Associazione Universitaria Fuorikorso

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