La V Commissione Salute incontra l'equipe dell'università impegnata nella ricerca di nuove molecole antitumorali

2' di lettura 17/10/2013 - Lo studio è nella fase pre-clinica, ottenuto il brevetto italiano ed europeo. La gratitudine della Commissione e l'impegno a sostenere il percorso scientifico

“Ci impegneremo per concorrere al reperimento delle risorse necessarie per proseguire il percorso di ricerca. Per noi il vostro lavoro è prezioso, vi siamo grati per gli obiettivi che avete raggiunto fino a questo momento e per l'impegno e la dedizione che mettete nel vostro progetto”. Con queste parole il Presidente della V Commissione Salute Francesco Comi ha salutato la delegazione di studiosi dell'Università di Urbino che ha presentato giovedì mattina la ricerca su una famiglia di nuove molecole anti-tumorali.

Al centro della scoperta, portata avanti dai professori Mirco Fanelli (Dipartimento di Scienze Biomolecolari) e Vieri Fusi (Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti), una serie di prodotti di sintesi derivata da composti naturali. Il gruppo di ricerca, diretto dai due studiosi e composto da docenti e ricercatori, ha identificato e sviluppato una classe di molecole capace di indurre “una spiccata attività biologica nei confronti delle cellule tumorali”.

Questa classe di composti, individuata nel 2008, è oggetto di brevetto, già rilasciato in Italia e in Europa lo scorso anno e in attesa di rilascio negli Stati Uniti, e i risultati degli esperimenti pilota su modelli animali (in fase di pubblicazione) “hanno dimostrato l'assenza di tossicità e la possibilità di ridurre la massa tumorale” - spiegano i ricercatori. Dopo aver superato le prime due fasi di ricerca, rappresentate dallo sviluppo di nuove molecole e dagli studi molecolari in vitro, oggi l'equipe è all'inizio della fase pre-clinica, ovvero sta verificando l'efficacia delle molecole su modelli tumorali animali.

“Fino ad ora è stato svolto un ottimo lavoro – ha commentato il Vicepresidente della Commissione Giancarlo D'Anna – Per evitare che questi risultati non definitivi possano dar vita a false illusioni, è ancora più importante procedere con la ricerca e verificare se questi primi positivi dati possono incidere nella scoperta di nuovi farmaci efficaci”. Nel corso dell'incontro, oltre ai due autori della scoperta Fanelli e Fusi, sono intervenuti il professor Giorgio Calcagnini, delegato del Rettore per il trasferimento della conoscenza, e la dottoressa Francesca Martinuzzi del Servizio Ricerca e relazioni internazionali (UniUrb).






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-10-2013 alle 18:40 sul giornale del 18 ottobre 2013 - 932 letture

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