Questione abitativa, collettivo autogestito: 'Appello per una piattaforma di lotta'

Questo lavoro è partito dal presupposto che tutti i giorni ci troviamo a fare i conti con un disagio abitativo, seppur differente dalle grandi città, che vede l'aumento dei prezzi di locazione, norme minime di sicurezza assenti e caparre troppo alte. Abbiamo voluto quindi trovare un riscontro oggettivo a impressioni e contraddizioni emerse in assemblea o nel dialogo con la comunità studentesca.
Quello che dai 284 questionari emerge, in primo luogo è che solo un 20% degli studenti intervistati lavora (8 su 10 non hanno un contratto) e non riesce comunque a mantenersi da sol*. Il restante 80% afferma che non lavora ma molti sottolineano il fatto che vorrebbero ma non riescono a trovare un occupazione. Il 76% non ha una borsa di studio e solo il 17% degli intervistati abita ai collegi universitari. La maggior parte della popolazione ha dichiarato che il tetto di 18.900 euro per accedere ai collegi con la borsa di studio è troppo basso.
I prezzi degli affitti sono troppo alti per una “città campus” che millantano essere amministrata per andare incontro alle esigenze degli studenti: il 46% del campione dichiara che la spesa è difficilemnte sostenibile. Per una stanza singola si arriva a pagare 350 euro, mentre le doppie hanno un prezzo che si aggirano intorno ai 230 euro e questo significa che l'agenzia immobiliare, o il proprietario, per l'affitto di una stanza riceve più di 450 euro, mentre per un appartamento si arriva a guadagnare fino a 2.000 euro.
Per quanto riguarda la caparra, da anticipare ad inizio anno, la media si aggira intorno ai 400 euro e arriva in alcuni casi a picchi di 780 euro.
Altro dato che ci interessa sottolineare è quello che riguarda gli affitti in nero e i contratti in “grigio” (cioè quei contratti che dichiarano dati falsati): per quanto riguarda i primi il 16% non ha un contratto mentre quelli in grigio sono il 10%. Questo significa che una persona su quattro subisce un'abuso da parte del locatore che lo priva dei diritti contrattuali.
Se invece parliamo di agibilità, il 32% degli intervistati ha dichiarato che la casa non è agibile, cioè non possiede i requisiti minimi di igiene esicurezza: le case sono umide, piene di infiltrazioni, con crepe nei muri, gli impianti elettrici sono fatiscenti e le agenzie, pur di affittare, propongono “sgabuzzini” o stanze senza finestre.
Questo è quanto emerso dal lavoro di somministrazione e raccolta dati dello sportello antisfratto, che vuole essere esperienza diffusa nel territorio e tra la comunità studentesca, strumento di tutela e laboratorio di discussione e analisi sulla questione abitativa. A partire da questi risultati invitiamo la comunità studentesca e cittadina, associazioni singoli e collettivi, a partecipare all'analisi di questi dati e all' elaborazione di una piattaforma di lotta sul tema abitativo.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-02-2014 alle 20:12 sul giornale del 07 febbraio 2014 - 1045 letture
In questo articolo si parla di attualità, Collettivo autogestito urbino
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