Al teatro Sanzio L’Avaro di Molière diretto da Arturo Cirillo

L’Avaro 3' di lettura 21/02/2014 - Il Teatro Sanzio di Urbino si offre come luogo privilegiato per la creazione artistica ospitando in questi giorni la residenza di riallestimento de L’Avaro di Molière diretto da Arturo Cirillo prima della rappresentazione dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile delle Marche con lo Stabile di Napoli prevista martedì 25 febbraio nell’ambito di Urbinoinscena 2013.2014, stagione promossa da Comune di Urbino Assessorato alla Cultura e AMAT con il sostegno della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

“Spicca come una splendida orchidea il nuovo allestimento de L’Avaro per la regia di Arturo Cirillo – scriveva Andrea Porcheddu su “Delteatro” a proposito del debutto -, regia che conferma il momento di grande felicità creativa, consapevolezza e maturità dell’attore e regista napoletano. Molière si mostra sempre più “nostro contemporaneo”. Sono tanti infatti i temi, gli spunti, le analisi taglienti che questo Avaro fa della nostra società: nella nitida e amara lettura di Cirillo, affiancato dal suo strepitoso gruppo di lavoro, la commedia è un affresco acido, vorrei dire fassbinderiano, sul rapporto padri-figli, o meglio vecchi-giovani. Questo, è noto, è un tema fondante della poetica molieriana: ma nella edizione sontuosa realizzata da Cirillo vibra di cocente e stringente attualità.”

“L’avaro è Arpagone, ma gli altri, cosa sono gli altri? – scrive Artuto Cirillo nelle note di regia - Quale spazio è concesso all’alterità in questa casa corridoio dove tutto è ansiosamente osservato dal suo padre padrone? Tre sono i figli di Arpagone: Cleante, Elisa e la cassetta, ma solo l’ultima è stata “partorita” da lui stesso. Gli altri sono i figli di una madre morta, figli nemici vissuti come sottrattori di giovinezza e amore, ancor prima che di denari. Mariana, la ragazza che si fa comprare dal vecchio avaro, per intermediazione della ruffiana Frosina, è forse l’ultimo anelito di vitalità, la battaglia finale per dare scacco matto al mondo e alle leggi della natura.

Pornografia senile in cui “l’eretto” deve essere solo lui, gli altri li si lascia prigionieri dei loro ruoli, costretti a fare la commedia, mentre lui allude e depista. Solo i servi, non prendendolo sul serio, potrebbero farlo fuori, e non è casuale che sia l’anarchico Saetta a rubargli la cassetta, ma essi però sono pur sempre servi. Insomma gli altri senza Arpagone non si sa bene di cosa possano parlare, di cosa occuparsi. È come l’abitudine, secondo la definizione di Samuel Beckett: il collare che tiene legato il cane al suo vomito. Tutti lo schifano, ma tutti ne sono legati, quasi al guinzaglio, e alla fine, quando l’operetta delle agnizioni li scioglie dal legame, loro, finalmente liberi dove andranno? I vari figli, commissario, ruffiana, futura sposa, cuoco e cocchiere, vecchio nobile napoletano, domestico travestito, di cosa riempiranno ora le loro giornate senza più questo sottrattore di vita? Adesso gli toccherà viverla la vita, diventando Arpagoni loro stessi o magari liberandosi del cappio dell’avere, del possedere, di quello che è oggi il nostro esistere.”

La traduzione del testo è di Cesare Garboli. Gli attori in scena – oltre allo stesso Arturo Cirillo - sono Michelangelo Dalisi, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli, Antonella Romano, Salvatore Caruso, Sabrina Scuccimarra, Giuseppina Cervizzi e Rosario Giglio. Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, il disegno luci di Badar Farok e le musiche di Francesco De Melis.

Per informazioni e biglietti (da 10 a 20 euro): biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net. Inizio spettacolo ore 21.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-02-2014 alle 23:16 sul giornale del 22 febbraio 2014 - 4257 letture

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