Legambiente di Urbino contro le pale eoliche ad Apecchio

4' di lettura 22/03/2016 - Il Circolo di Legambiente di Urbino non solo ha sempre condiviso le argomentazioni di Vittorio Emiliani e del Comitato della Bellezza sul danno ambientale dell’installazione del maxi eolico sulle nostre colline e montagne, ma si è sempre schierato contro la loro diffusione sul nostro territorio, come dimostra l’impegno contro il maxi eolico ad Urbania.

Anche sull’eolico di Apecchio il nostro Circolo è prontamente intervenuto e sarebbe bastato cliccare su: www.legambienteurbino.it/2015/12/impianto-eolico-apecchio-pu/ per rendersene conto. Tuttavia, V. Emiliani, che conosce bene le nostre terre e i suoi abitanti, sa bene che le denunce e gli allarmi, espressi dal nostro Circolo, il più delle volte, non sono state accolti dalle istituzioni né hanno suscitato le mobilitazioni della cittadinanza, che pur apprezzando le nostre argomentazioni, rimane passiva e succube dei poteri forti, politici ed economici. Di recente abbiamo anzi visto, ad esempio, le maestranze della “Benelli Armi” sostenere l’ampliamento della fabbrica che ormai si è quasi mangiato tutto lo spazio della vecchia Stazione Ferroviaria, a dispetto dei tanti che si battono per il ripristino della Ferrovia Fano - Urbino e per il rispetto ambientale sotto le mura storiche. Anche in questo caso solo Legambiente si è inutilmente opposta. Il sindaco un giorno ci dovrà spiegare come concilia la battaglia per il ripristino della Ferrovia con le concessioni per l’ampliamento della fabbrica di armi. Il processo di educazione ambientale, valorizzazione e conservazione del territorio è ancora insufficiente rispetto alle violenze che le nostre bellezze paesaggistiche e architettoniche subiscono. Il disprezzo con cui le classi politiche dirigenti degli ultimi decenni hanno riservato agli appelli e allarmi che Legambiente – Urbino lanciava, corrisponde purtroppo alla rovina, manomissione e ferita del nostro patrimonio paesaggistico e monumentale. Una causa della passività risiede nel tessuto sociale urbinate ormai fortemente compromesso: i giovani sono costretti all’emigrazione, i pochi posti di lavoro nel pubblico impiego, nei servizi e nel piccolo commercio, sono appannaggio e sotto ricatto dei poteri forti politico-economici della città.

La notizia dell’installazione di pale eoliche sui nostri cari monti dell’Appennino nel comune di Apecchio hanno riaperto le polemiche sul rispetto ambientale e paesaggistico del nostro entroterra. Pur battendoci da sempre contro i cambiamenti climatici, i gas serra e a favore delle energie rinnovabili, ci sorgono spontanee alcune considerazioni: queste colonne da 120 metri, con una gettata di migliaia di tonnellate di cemento, riescono poi a produrre tanta energia da coprire i costi e compensare i danni ricevuti? Il nostro entroterra che negli ultimi 40 anni ha subito spoliazioni e rapine di risorse di vario genere, di strutture e infrastrutture, tutto a beneficio dei centri costieri, si merita questa ulteriore ferita e la rovina di paesaggi naturalistici e artistici di incomparabile bellezza? Possibile che le bellezze paesaggistiche, nelle scelte dei nostri amministratori, tutti presi da un tecnicismo ragionieristico e dai quantum economici, non vengano mai valorizzate quanto meritano? E’ poi giusto che certe scelte di così forte impatto siano dettate per far quadrare i conti di bilancio di un piccolo comune a scapito di una storia, di una natura, di un’arte che appartengono all’intera umanità e che noi abitanti di queste colline siamo chiamati a conservare, preservare e tutelare? Ministri, esponenti politici, ed economisti di continuo nei convegni e talk show televisivi ci dicono che il nostro patrimonio culturale e naturalistico costituisce una fonte di inesauribile ricchezza non adeguatamente valorizzata, e poi alla prova dei fatti queste frasi di grande effetto mediatico vengono puntualmente tradite e disattese Noi di Legambiente abbiamo sempre ricevuto risposte negative sugli allarmi e quesiti sollevati: chiediamo, pertanto, che quando si vogliono fare interventi di impatto così pesante, si formino dei tavoli di lavoro con la presenza di ambientalisti e studiosi di arte, architettura e del paesaggio, per evitare che scelte, indubbiamente difficili, siano demandate solo a politici e amministratori incolti, in balia di burocrati e tecnici fossilizzati e ancorati a calcoli e studi ragionieristici.


da Legambiente
Circolo "Le Cesane" Urbino





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-03-2016 alle 21:12 sul giornale del 23 marzo 2016 - 1756 letture

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