Torrico (PCI Urbino): "Scurrilità e ingiurie, una performance straordinaria di sgarbismo"

vittorio sgarbi 3' di lettura 05/06/2017 - Quella andata in scena nel C.C. del 29 maggio rimarrà negli annali dello sgarbismo come una performance straordinaria per le scurrilità e le ingiurie rivolte all’opposizione, in particolare ai consiglieri del PD Sestili e Scaramucci, e al Direttore di Palazzo Ducale Peter Aufreiter colpevole di non piegarsi al narcisismo capriccioso e malato di Sgarbi.

Sestili e Scaramucci hanno difeso la propria dignità e quella dell’istituzione consiliare contro il silenzio del Presidente del C.C., del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza, alcuni addirittura sorridenti e fin troppo servili per essere vero. A nulla servono le scuse finali espresse da Sgarbi perché la momentanea e insincera resipiscenza dimostra che egli non controlla i nervi, né la lingua finendo con il risultare incompatibile con un luogo dove il rispetto non è solo forma ma sostanza. Gli hanno fatto da “spalla” un sindaco dall’“eloquio” grossolano e tracotante che perde la testa accusando l’opposizione - che esercita il suo diritto di critica e di controllo - di falsità e di indegnità, per concludere con una citazione che voleva essere biblica ma che è suonata comica: “chi semina le cose che dite voi … raccoglie l’odio, la vendetta”. La conclusione: “Daremo a Sgarbi la cittadinanza onoraria!” Una piccola parte, da comparse, hanno svolto Vetri, Scalbi, che ha letto un “peana” mettendo a Sgarbi i panni di Apollo, Balduini che come al solito ha bisticciato con la logica e la grammatica nel chiedere la “cacciata” di Aufreiter mentre Rossi, agitato, si è distinto nel provocare le opposizioni. Ma ancora più grave è stato il comportamento del presidente Foschi che non ha fatto nulla per difendere la dignità del Consiglio e dei consiglieri coperti di insulti nell’indifferenza generale, sebbene richiamata a farlo dal consigliere Forti del M5S che inascoltata ha abbandonato la seduta. E siccome al servilismo non c’è limite Foschi a un certo punto, per condividere il trattamento riservato da Sgarbi all’architetto De Carlo per il progetto di copertura della Data - poi da lui sostituita con l’attuale, quando era sottosegretario ai Beni Culturali fra il 2001-2002 - ha lasciato la presidenza per accomodarsi platealmente tra i banchi del Consiglio occupati dai consiglieri di maggioranza che a suo tempo l’hanno eletta presidente. Fra i reprobi, però, avrebbe dovuto includere anche il sindaco Gambini e l’assessore Guidi allora nella maggioranza di centro-sinistra e favorevoli alla copertura della Data progettata da De Carlo. Un fatto gravissimo che denota stupidità politica, ma soprattutto ignoranza istituzionale. Una barbarie perché Foschi è contravvenuta ai doveri di presidente stabilito dalle leggi e dai regolamenti in quanto titolare di un munus pubblico vale a dire di un ufficio che le impone di “garantire diritti e prerogative di terzi, la cui violazione costituisce indice rivelatore di comportamento censurabile”. Insomma, secondo la giurisprudenza, l’ufficio presidenziale ha una concretezza esclusivamente istituzionale e non politica e la revoca dall’incarico è possibile in assenza di neutralità nell’esercizio della funzione perché il presidente deve operare sempre in modo imparziale a garanzia di tutto il Consiglio e non della sola parte che l’ha designato. Una brutta pagina che rivela il degrado di una maggioranza che potrà durare anche fino al termine della legislatura, ma le macerie saranno tante e faticoso il compito di chi le erediterà.

Ermanno Torrico (PCI/Urbino)


dal Partito Comunista Italiano - Urbino





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-06-2017 alle 00:00 sul giornale del 05 giugno 2017 - 816 letture

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