In ricordo di Giuseppe "Pino" Saltarelli

Cordoglio, lutto 4' di lettura 11/02/2018 - Giuseppe Saltarelli, per tutti “Pino”, se ne è andato sabato scorso. Era malato da molto tempo e tuttavia lo si vedeva ancora al bar il Vecchio Mulino dove quotidianamente si recava per un caffè e acquistare i giornali.

Ho conosciuto Pino quando nel 1966 mi iscrissi al PSIUP, nato dalla scissione dal PSI nel gennaio del 1964, in opposizione all’alleanza di centrosinistra con la DC. Il PSIUP, che si collocava a sinistra del PCI, attirava la simpatia e la militanza del malcontento giovanile che esplose nel Sessantotto. Era un partito un po’ originale nel senso che accomunava i cosiddetti “carristi”, quelli che nel 1956 non avevano condannato l’invasione sovietica dell’Ungheria, dirigenti socialisti di ascendenza morandiana (Tullio Vecchietti e Dario Valori), un leader carismatico come Emilio Lussu e intellettuali del calibro di Lucio Libertini, Lelio Basso, Vittorio Foa e Cesare Musatti. Erano presenti, inoltre, gruppi e istanze eterodosse e libertarie rispetto al marxismo.

Pino era un operaio che subì il licenziamento per la sua attività politico-sindacale. Per noi giovani era un modello di coerenza e di sacrificio personale con la capacità di sdrammatizzare i contrasti in nome di un sano realismo politico. Fatica non da poco con i giovani del partito vicini al “Movimento”. Assieme ad alcuni compagni più anziani organizzò la sezione del partito nei locali di via Valerio che aveva ospitato una falegnameria dove oggi c’è un ristorante. La ristrutturazione dei locali richiese grande impegno e fatica e in seguito la sezione si trasferì nella soprastante via Veterani. Pino coprì gran parte delle spese con la sua liquidazione. In tempi di rottamazione, di personalismi e di scarsa moralità, è doveroso ricordare il suo gesto.

Fino al 1970 si occupò soprattutto del partito di cui era segretario e nelle elezioni comunali del novembre 1964 il PSIUP conquistò due seggi decisivi per impedire una maggioranza di centro sinistra DC-PSI e confermare l’alleanza con il PCI. Quel risultato fu considerato un mezzo miracolo. I voti ottenuti furono 666, voti che salirono a 800 nelle successive elezioni del giugno 1970 in cui Saltarelli riuscì consigliere.

Si apriva per lui una lunga stagione politica che lo vide ininterrottamente consigliere fino al 1995. Nelle elezioni politiche del 1972 il PSIUP non ottenne alcun parlamentare e la maggioranza del partito confluì nel PCI e quindi Saltarelli da quel momento entrò nel gruppo consiliare comunista. Nel 1991 approvò con qualche mal di pancia la svolta di Occhetto e aderì al PDS- DS- PD. La sua è stata una scelta in cui prevalse più che il convincimento il “continuismo” del funzionariato di partito. Nella sua lunga attività politica è stato assessore con quattro sindaci: Mascioli, Magnani, Londei e Galuzzi occupandosi lodevolmente di finanza, personale trasporti e servizi sociali. E’ stato un amministratore dotato di buon senso e capacità di innovazione.

A lui, va sottolineato, si deve il lungimirante progetto di istituire un servizio pubblico urbano. Ne fece un vero e proprio cavallo di battaglia affrontando un diffuso scetticismo e l’ironia di molti. Ma la sua non era una “fissazione”. Il progetto era invece strategico e teneva conto dell’avvio dei piani particolareggiati dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale del PRG di De Carlo nel 1964 e il via libera del Ministero che arrivò solo nel 1971. A quel punto il piano andava aggiornato soprattutto per rivitalizzare le frazioni, a iniziare dai collegamenti, e sostenere l’espansione dell’edilizia residenziale legata anche allo sviluppo dell’Università.

Gli anni novanta segnano l’appannamento della sua presenza politica. Ricoprì comunque diversi incarichi: presidente della Comunità montana, consigliere provinciale, consigliere di Megas Net, presidente di Megas Trade, consigliere AMI e della Cappella Musicale del SS. Sacramento.

Ha continuato a seguire la politica cittadina fino all’ultimo senza nascondere, in qualche occasione, disillusione e contrarietà. Rientra a pieno titolo, per chi volesse raccontarla, nella storia politica e amministrativa della città a cui si è dedicato con passione e importanti risultati. Ciao Pino.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-02-2018 alle 23:05 sul giornale del 12 febbraio 2018 - 870 letture

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