Gambini, la "voce del padrone"

grammofono 3' di lettura 16/02/2019 - È stata proprio la “voce del padrone” quella che ho dovuto ascoltare oggi, all’ora di pranzo: la voce del sindaco Gambini che dopo avermi chiuso il telefono in faccia, incapace di ascoltare argomenti di buon senso che gli davano fastidio, da me subito richiamato, ha confermato che Anpi e “Cappellini” entro febbraio devono andarsene dai locali di Via Oddi.

Ma c’è di più: ci accusa di tenere in quei locali riunioni “politiche”, che lui ha le “prove”, fotografie, addirittura! Altro che sindaco sceriffo, abbiamo un sindaco detective che fotografa quei loschi figuri che nottetempo entrano ed escono dall’Anpi e dal “Cappellini”.

Siamo al delirio, al sonno della ragione, dato che per lui un faldone di documenti o dei libri sono come barattoli di pomodori che si possono spostare dove e quando vuoi!

Inutile ricordargli che:

1 - Nell’incontro di mercoledì 30 gennaio u.s. gli è stato fatto presente che i locali di Palazzo Nuovo Albani da lui proposti sono inidonei ad accogliere tutto il materiale bibliografico e documentale dell’Anpi e del “Cappellini” e che sono le norme che regolano la conservazione del “bene culturale” ad impedirlo: sottotetti, una piccola stanza balconata e nulla più. Al momento di lasciarci tutti abbiamo percepito l’impegno del sindaco di pensare ad altre alternative.

2 - Il sindaco sa che da sempre la sala della biblioteca di Anpi e “Cappellini” viene concessa, a richiesta, alle associazioni culturali e alle forze politiche che la richiedono ove non avessero un locale che possa ospitarle. Anche l’Istituto di Filologia Moderna della nostra Università, di recente, ce l’ha richiesta per la presentazione del saggio di Riccardo Donati Critica della trasparenza. Nel recente passato abbiamo anche ospitato una associazione Gay a cui nessuno, indegnamente, aveva offerto un luogo per tenervi una riunione.

La meschinità del sindaco è arrivata al punto di rinfacciarci di avere nel 1997 accettato di trasferirci nei locali della ex scuola elementare di Montesoffio mentre oggi rifiutiamo di accettare i locali di quella di Trasanni. E questo solo, ma era fuori di sé e accecato dalla prepotenza, perché allora il Comune era governato da una Giunta di centro-sinistra. Gli ho risposto che quel trasferimento si era reso necessario e urgente perché i locali che occupavamo allora, sempre in via Oddi, ma sotto il Liceo, dovevano ospitare l’asilo Valerio reso inagibile dal terremoto. Ora il sindaco spieghi all’opinione pubblica quale urgenza ha di concedere i nostri locali alla contrada del Monte, se non l’appuntamento elettorale di maggio.

Ribadiamo che ce ne andremo con la garanzia di avere un tempo congruo per trasferire il materiale altrove o allocarlo in altre biblioteche che possano accoglierlo almeno in parte e tutto questo non si può fare in pochi giorni.

La città, patrimonio dell’Unesco, già depauperata dei suoi abitanti e da un declino economico inarrestabile, perché dovrebbe subire l’ulteriore spoliazione di una realtà culturale in cui si riconosce e che è stata fondamentale per ricostruirne la storiografia degli ultimi due secoli?


   

da Ermanno Torrico
Presidente Istituto "E. Cappellini”





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 16-02-2019 alle 00:00 sul giornale del 16 febbraio 2019 - 1488 letture

In questo articolo si parla di attualità, istituto per la storia del movimento di liberazione, ermanno torrico, istituto e. cappellini, anpi urbino

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