I Comitati per Montecopiolo e Sassofeltrio in Romagna rispondono all'Associazione Urbino Capoluogo

Non avevamo dubbi che dietro le quinte della politica pesarese e urbinate, vi fossero anche questi due signori, che da tempo lavorano ed esprimono di volta in volta anche sui giornali, giudizi e arroganza reiterata su questioni prettamente politiche e sempre contro Montecopiolo e Sassofeltrio. Sappiamo che sono cresciuti nel partito comunista degli anni ’70, dove hanno ricoperto incarichi importanti.
Con l’associazione “Urbino Capoluogo”, di cui il primo è presidente ed il secondo vice presidente, essi dichiarano di occuparsi di temi culturali, economici e sociali. Invece, per mezzo di questa “associazione” fanno politica come un partito e ricalcano le parole e le posizioni sostenute dal Presidente marchigiano Ceriscioli (PD) e dall’on. Morani (PD). Interessante sarebbe capire dove trovano i soldi per tanto impegno.
Tra le varie iniziative portate avanti da “Urbino Capoluogo” il presidente Londei dice che: “La più importante è stata la battaglia per bloccare il passaggio di Montecopiolo e Sassofeltrio all’Emilia Romagna, per cui ci eravamo già attivati». Con questa affermazione del presidente, l’associazione “Urbino Capoluogo” ci sembra poco culturale e più politica. Noi pensiamo che la cultura, sia cultura quando è propositiva; quando è conoscenza; quando aiuta a capire i problemi ed i fenomeni; quando è libera e non subentra alla politica. Mentre è evidente come questa associazione sia studiata per veicolare e organizzare consensi verso il PD, per contare al suo interno e negli equilibri politici di potere. Di queste associazioni, ne esistono altre nel Paese, e molte tendono a condizionare la vita politica con decisioni prese al loro interno. Alcune sono forse massoniche, altre non lo sappiamo. Quel che sappiamo è che spesso scavalcano e vanno contro le decisioni delle istituzioni competenti e democraticamente previste nelle leggi e nella Costituzione. Le decisioni prese nel chiuso di queste associazioni, contro la volontà e il voto dei cittadini, fuori dalle sedi istituzionali, con comportamenti intriganti, sono un qualcosa di diverso dalla democrazia. Dichiara a proposito l’ex sen. G. Londei (PD): “Ci battiamo per questa causa non solo per un motivo storico, ma anche per il futuro, perché è ancora vigente una legge speciale che riguarda il Montefeltro nella sua interezza».
Noi non conosciamo le leggi speciali richiamate genericamente dal Londei, se non le leggi speciali fasciste di antica memoria. Per quanto riguarda il Montefeltro, sul logo dell’associazione “Urbino Capoluogo”, compare la scritta: “Montefeltro”. Questo è improprio, ed il presidente dell’associazione “culturale” richiamata, dovrebbe sapere che Urbino non è Montefeltro, ma è stato governato dai Montefeltro che crearono lo Stato di Urbino. Montecopiolo è il luogo dove ha avuto origine la famiglia dei Montefeltro, il cui nome dinastico fu preso dal nome della rupe di San Leo, oggi in provincia di Rimini. Invitiamo pertanto il presidente a restare nei suoi ambiti e a leggersi qualche libro di storia feretrana, per non imbrogliare nessuno e per contenere le sue ingerenze sui nostri territori e sulle nostre scelte.
Londei inoltre non si vergogna, dicendo: “Con il voto favorevole della Camera dei deputati, il distacco sembrava fatto, ma in Senato si è bloccato. Nel passaggio tra le Aule, io e il vice presidente vicario Ferruccio Giovanetti abbiamo preso posizione chiamando in causa vari enti per cercare di fermare l’iter. Anche questo passaggio ci risulta particolarmente grave, perché dimostra la considerazione dell’ex senatore (PC) Londei, verso le decisioni del Parlamento e al tempo stesso il suo senso istituzionale. Se tutti o ciascun membro del parlamento dovessero assumere posizioni di contestazione, di ostruzionismo, di non riconoscimento o accettazione del risultato del voto parlamentare o del voto referendario (come nel nostro caso) la democrazia risulterebbe compromessa.
Anche il vice presidente Giovanetti nella stessa intervista si pone sulla stessa posizione dicendo: “Per quanto riguarda il punto centrale individuato dal presidente Londei, il distacco di Montecopiolo e Sassofeltrio, dico che in Valmarecchia, già passata alla Provincia di Rimini e che frequento spesso, non c’è soddisfazione per il cambio di Regione: era stato presentato come soluzione immediata per tutto, ma non lo è.” Anche questa affermazione che sostiene come centrale la battaglia contro Montecopiolo e Sassofeltrio ci dimostra quanto lontana sia l’idea di democrazia da parte di questi personaggi. Così pure il loro incitamento: “Combatteremo per un Montefeltro Unito”, ci sembra molto irresponsabile e provocatorio. Giovanetti dovrebbe invece spiegarci come funziona quella strana coincidenza, tra la chiusura generalizzata degli ospedali nelle aree interne del pesarese e del Montefeltro (portate avanti dal presidente Ceriscioli), e il suo ingresso da privato nella gestione delle strutture e dei servizi sanitari regionali.
Sull’intenzione, rilasciata nell’intervista, dai signori Londei e Giovanetti di volersi impegnare sul tema “dello spopolamento in atto nel Montefeltro”, noi rispondiamo come disse l’ammalato rivolto ai medici nella commedia di Moliere: “...voi non siete la cura ma la malattia!” Continueremo pertanto a sostenere e a rivendicare il rispetto del nostro referendum e il principio costituzionale che lo ha consentito.
Il PD e la sua intera classe politica dovranno assumersi la responsabilità, per averci impedito in tutti questi anni il diritto costituzionale previsto dall’art. 132 della Costituzione e determinato ritardi e gravi difficoltà nella nostra vita.
Comitati Montecopiolo e Sassofeltrio in Romagna

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-01-2020 alle 17:07 sul giornale del 04 gennaio 2020 - 2693 letture
In questo articolo si parla di attualità, redazione, montecopiolo, Comitato per Montecopiolo in Emilia Romagna
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