E' polemica su provvedimento di scarico acque reflue industriali senza trattamento

Con un semplice atto amministrativo la Regione torna indietro di anni e rinuncia alle sue sane e lungimiranti politiche ambientali. Dato che, come dice il provvedimento in questione, nelle Marche esistono pochi impianti che svolgono attività di trattamento, di tipo biologico e/o chimico fisico, di rifiuti speciali liquidi provenienti da moltissime aziende marchigiane pubbliche e private che, per le loro dimensioni o per la loro ubicazione, sono costrette a rivolgersi a terzi per garantire lo smaltimento delle loro acque industriali, allora il percolato può arrivare direttamente nei depuratori senza alcun trattamento. Non abbiamo gli impianti, quindi alziamo i limiti di tolleranza e diamo il via libera all’inquinamento.
E’ un danno ambientale per i fiumi marchigiani, il mare e la salute dei cittadini non quantificabile, poiché nel percolato sono presenti sostanze altamente inquinanti e pericolose come metalli pesanti, idrocarburi, IPA e contaminanti inorganici. Per giunta lo scarico scellerato avviene attraverso il sistema di depurazione pubblico e sostenuto con i soldi dei cittadini.
Da anni si afferma in tutte le sedi che le reti fognarie italiane hanno bisogno di investimenti urgenti per rispondere alle norme europee e tutelare la salute dei cittadini e qui non solo non si tutelano i cittadini, ma si aggrava la situazione utilizzando impianti non adeguati per scaricare rifiuti industriali non trattati, derogando a numerosi parametri e valori limite di legge, arrivando fino ad un aumento del 200% del limite di emissione in pubblica fognatura.
Invitiamo la Regione a tornare sui suoi passi e ad avviare un serio programma di investimenti per tutelare le acque e costruire gli impianti di depurazione di cui abbiamo bisogno.
Avviso a tutti i sindaci: non ci saranno nuove bandiere blu senza acque pulite e impianti a norma!

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 13-08-2020 alle 17:37 sul giornale del 14 agosto 2020 - 498 letture
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