Monsignor Tani: "Usciamo dalle nostre mura, troveremo un bambino, e sarà Natale"

monsignor giovanni tani 3' di lettura 25/12/2021 - Carissimi fratelli e sorelle, Buon Natale! Gli anni difficili che stiamo vivendo, soprattutto a causa della pandemia, possono rendere "stanco" anche il Natale. Ma noi dobbiamo superare questa sensazione e recuperare con la fede il senso profondo di questa festa.

Il Natale é l'avverarsi del mistero di Dio che si fa uomo; il Verbo di Dio per mezzo del quale tutto è stato fatto, si fa carne (cf Gv 1,3.14) fragile e destinato alla morte; e questo è per noi, per la nostra salvezza. Dio, l'infinitamente grande ed eterno, manifesta la sua onnipotenza in un neonato. È un mistero che non si finirà mai di indagare: non siamo noi in grado di comprenderlo, dobbiamo lasciarci avvolgere dal mistero. Il mare non possiamo contenerlo, è lui che ci contiene.

Questo mistero accade “oggi”. La liturgia canta: “Oggi la luce splenderà su di noi: è nato per noi il Signore”. Il Signore viene con la massima discrezione: “oggi” bussa alla nostra porta e attende la nostra risposta (cf Ap 3,20). È mosso da un infinito amore per noi: il suo avvicinarsi è come quello dall'amante verso l'amata. “Una voce! L'amato mio! Eccolo, viene” (Ct 2,8). Ci lascia liberi di accoglierlo o rifiutarlo.

“Venne fra i suoi
e i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,11-12).

“... figli di Dio”.
Chi sono i figli di Dio? Ce lo dice Gesù, essi sono: “i poveri in spirito... quelli che sono nel pianto... i miti... quelli che hanno fame e sete di giustizia... i misericordiosi... i puri di cuore... gli operatori di pace... i perseguitati per la giustizia” (Mt 5,3-10). È il ritratto di Gesù, il Figlio.

I figli di Dio somigliano a Dio e dunque hanno come legge fondamentale l'amore, la legge sulla quale “alla sera della vita” saremo tutti esaminati: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi ... Signore, quando? ... Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,31-46).

Per questo Santa Teresa di Calcutta ha potuto dire che “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”.

I figli di Dio esprimono il loro potere trasformando il mondo con l'amore. Quando facciamo così ci sentiamo vivi, tocchiamo il senso della vita. Non da soli, ma insieme; una parola che ci viene riproposta con forza dal Sinodo che significa appunto “cammino insieme”. Se tutti i figli di Dio, cioè i battezzati e gli uomini e le donne “di buona volontà”, camminano insieme, certamente trasformano il mondo. I santi l'hanno fatto e lo fanno: tocca anche a noi.

Ascoltiamo dunque l'invito di andare a Betlemme, usciamo dalle nostre “mura”, troveremo un bambino, e sarà Natale.

Lo auguro a tutti.

E a coloro che fanno fatica a gioire auguro di incontrare un figlio di Dio che li aiuti a vincere la loro tristezza.

Buon Natale!
Vostro Vescovo + Giovanni






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-12-2021 alle 08:43 sul giornale del 25 dicembre 2021 - 250 letture

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