Dalla parte del Liceo Baldi

Liceo Baldi di Urbino 5' di lettura 15/02/2022 - l 2 di Ottobre del 1955 il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira affermava che "Nessuno, per nessuna ragione, ha il diritto di sradicare le Città dalla terra dove fioriscono. Esse sono la casa comune, che va usata e migliorata. Distrutta mai“. Il 28 di Febbraio del 2022, il Sindaco di Urbino in una seduta consiliare reticente ed omertosa, ha deciso di sradicare e distruggere il Liceo Baldi di Urbino a cagione, secondo Lui, della sua bruttezza.

Il Sindaco di Urbino, notoriamente raffinatissimo esteta e vaporoso Assessore alla Cultura, ha deciso che il Liceo Baldi sia da abbattere con una magnifica pensata di spensierata miseria intellettuale, senza pudore alcuno, elargita in Consiglio Comunale dove ha rivendicato pubblicamente la propria condizione di ignorante.

Questa sua imminenza di Sindaco, che non lo diventerà mai appieno perché non conosce nulla di Urbino, capace solo di cordoli e muretti ma prezioso di raffinatezze nei gusti, nei modi, nel linguaggio, è convinto che la bruttezza sia nelle cose che hanno un nome. Non riesce ad immaginare invece che possa appartenere a chi guarda in una forma di anoressia mentale. In un fallimento del vedere, generato da mancati incontri, mancate letture e mancate esperienze personali che alterano la visione del vero reale e suscitano interpretazioni distorte. Inconsapevole di questo rischio e sentendo propria ogni mancanza, il Sindaco ha deciso di assaltare il vento con l'intenzione di distruggere quello che non capisce, che gli è lontano intellettualmente e per questo gli pare brutto.

Se fosse stato meno impermeabile all'umiltà e meno saputo, se invece di imporre la decisione di cambiare il volto della Città così da renderla simile a sè nel degrado, avendola già svuotata di cittadini ed essendo Lui ultimo ed unico abitante e mesto Sindaco di se stesso ed avesse invece aperto un dibattito cittadino, qualcuno avrebbe potuto suggerirgli che il Liceo Baldi progettato nel 1956 e consegnato nel 1961 dall'Architetto Luigi Pellegrin rappresenta una pietra miliare nella Architettura urbinate, straordinariamente innovativa e funzionale.

In quegli anni si tenga conto, non esisteva in Italia una edilizia scolastica. Le scuole erano alloggiate in appartamenti o in edifici adattati. Le aule spesso venivano utilizzate per Consigli Comunali, per usi sanitari, ricreativi od altro. Il Fascismo qualche anno prima si era limitato a creare qualche "scatola chiusa" volta più a celebrare i suoi simboli che a creare luoghi di formazione giovanile. Ne è testimonianza la brutta scuola fascista G. Pascoli in Piano S. Lucia, edificata sulla devastazione di un bellissimo giardino degli Albani.

Ed ecco la premessa da cui procedere: "una scatola chiusa sulla devastazione di un giardino". Che ci porta direttamente in America dove il grande Architetto Frank Loyd Wright aveva da poco concepito e fondato "l'Architettura organica". Ovvero quel modo di costruire capace di promuovere una armonia tra l'uomo e la natura. Precisamente un equilibrio tra ambiente costruito ed ambiente naturale, eliminando quanto più possibile all'interno gli spazi chiusi ed esaltando al massimo all'esterno l'universo Luce. Dove il paesaggio si spoglia ed entra dentro.

L'Architetto Pellegrin rimase influenzato ed affascinato in modo significativo dall'Architettura Organica di Wright. E l'applicò in Urbino, tra le duecento Scuole che edificò nel tempo, creando allora una struttura organica mai vista, oggi Liceo Baldi, con grandi spazi al suo interno (in seguito delittuosamente chiusi) e straordinarie vetrate puntate verso l'Appennino, verso il Mare, verso la Cesana e verso la Toscana. Nessuna scuola al mondo fu tanto luminosa di luce pulita.

Purtroppo negli anni settanta, in seguito alla crisi energetica, imprevedibile a tutti, il brusco aumento del greggio causò gravi effetti sull'apparato di riscaldamento dell'edificio. Tuttavia oggi con l'impiego di energie alternative e rimodulazioni delle vetrate, recuperato l'interno all'origine, il Liceo Baldi potrebbe essere restaurato e salvato dalla distruzione. Continuando a vivere come parte importante della storia architettonica della Città, senza abolirne il passato e nella speranza che riesca a correggere anche ciò che affligge la figura del Sindaco, molto ostica ai restauri.

Abbattere il Liceo Baldi significherebbe inoltre dare seguito alla malcelata voglia del Sindaco di costruire un albergo in quella area. Accentuando così il suo cattivo gusto di cedere una scuola ad una locanda. Oppure riedificarne una più moderna, che nel caso passerebbe dal Patrimonio Comunale a quello delle Provincia.

Il Liceo Baldi deve essere restaurato. Deve rimanere al suo posto. Nella sua civiltà di scuola. Perché una scuola non può essere cancellata. E semmai il Sindaco non trovasse pace al suo inquieto umanitarismo distruttivo, potrebbe accanirsi sugli ecomostri del Consorzio e di S. Lucia, da Lui votati quando era Comunista nel Pd, oppure bombardare senza vittime i dolorosi quartieri della Piantata, di Mazzaferro, del Sasso, o procedere alla estirpazione di tutto il cemento dell'Architetto De Carlo, o meglio ancora, risparmiandosi faticosi viaggi a Canavaccio, cavare le centinaia di tonnellate di amianto in Città che finge di non vedere, molto più pericolose e brutte del Baldi.

Ce n'è di bruttezza in Urbino, prima di abbattere una Scuola.






Questo è un articolo pubblicato il 15-02-2022 alle 08:48 sul giornale del 15 febbraio 2022 - 350 letture

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