Sanità, CGIL: "La Regione avvii una programmazione sociale e sanitaria integrata"

Nonostante linee di indirizzo nazionali (Legge 328 del 2000), atti regionali conseguenti e la logica del buonsenso, la programmazione territoriale della sanità viene svolta in maniera del tutto separata da quella sociale.
Tutto ciò impedisce di realizzare l’integrazione sociale e sanitaria in tutti i suoi livelli: istituzionali, gestionali e professionali. Quello che in altre regioni è stato un punto di partenza di programmazione, nella nostra regione non è neppure un punto di arrivo. Sono pertanto necessari un rapido ripensamento e l’avvio di un percorso integrato che veda il territorio al centro dell’attenzione del legislatore.
Se aree vaste e distretti dovranno restare andrebbe organizzato un tavolo tecnico che progetti una programmazione integrata; per questo si segua la logica dell’integrazione con strumenti simili a quelli messi in campo dal sociale e gli Ats.
Come Cgil riteniamo fondamentali rivalutare il ruolo del distretto sanitario e interlocutore privilegiato dell’Ats, progettare e avviare una pianificazione sociale e sanitaria territoriale, integrata tra questi due strumenti, riorganizzare il territorio superando antiche rivalità e ingiustificabili campanilismi.
A nostro avviso 13 distretti e 13 ambiti territoriali sociali, nella regione Marche, sono la soluzione ottimale per non spendere denaro pubblico inutilmente (aumentare i distretti sanitari ha un costo elevato) e per razionalizzare il sociale 23 Ats, per la nostra piccola regione, sono troppi.
Soltanto riorganizzandoli si potranno superare le attuali difficoltà organizzative e gestionali.
Roberto Rossini
Segretario generale Cgil Pesaro Urbino

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-07-2022 alle 21:34 sul giornale del 04 luglio 2022 - 106 letture
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