Il pifferaio magico di Ro Ferrarese

5' di lettura 27/09/2022 - Nei panni di pifferaio magico Sgarbi trascina dietro di sé il sindaco Gambini e i consiglieri comunali di maggioranza che, col voto contrario delle opposizioni (PD e Viva Urbino avevano presentato una propria mozione), hanno approvato la delibera che stanzia 200 mila euro per una mostra di arte contemporanea nell’ambito delle celebrazioni federiciane.

È stato un dibattito come sempre poco partecipato quello del Consiglio comunale di lunedì 19 settembre. Se non esistesse il problema del numero legale i consiglieri potrebbero starsene a casa perché sono i capigruppo ad intervenire sui punti all’odg e ancora per dichiarazione di voto. Anche gli assessori non costituiscono stimolo al dibattito al di là delle materie che attengono alle loro deleghe nel recinto burocratico, comunque, del lavoro preparato dagli uffici. Sarà per questo che troppo spesso assessori e consiglieri, forse annoiati, compulsano freneticamente i loro cellulari ogni momento della seduta? Addio a regole non scritte del rispetto dovuto a chi parla nelle sedi istituzionali fra cui rientra la disponibilità all’ascolto.

Al dunque la mostra di Sgarbi, “Arte e Potere”, costerà 200 mila euro, 40 mila euro in più del contributo a suo tempo disposto di 160 mila euro assegnati dal Ministro della Cultura Franceschini per l’istituzione del Comitato nazionale per le celebrazioni del VI Centenario della nascita di Federico da Montefeltro (Decreto 153, 11/04/2022), presidente lo storico e saggista Franco Cardini, segretario il prof. Tommaso di Carpegna Falconieri, prof. associato di Storia medievale nella nostra Università.

Sgarbi non fa parte del Comitato ma l’art.3, punto 2 del Decreto istitutivo prevede la cooptazione di “studiosi” e la nomina di “una o più commissioni scientifiche per l’attuazione dei programmi celebrativi”. Non sappiamo se Sgarbi sia stato cooptato, nel qual caso il suo conflitto di interesse sarebbe clamoroso, ma con Gambini era presente in qualità di pro-sindaco alla presentazione pubblica del programma delle celebrazioni che si è tenuta a Gubbio l’8 giugno. Una presenza che comunque contrasta con quanto prevede lo Statuto comunale (art.19 bis istitutivo della carica di pro-sindaco) che vieta al pro-sindaco di intervenire in atti di rilevanza esterna e di gestione e senza poteri o competenze sui settori, servizi, uffici comunali e sui relativi dipendenti (punto 4). E quindi non si conoscono i rapporti di Sgarbi con il Comitato: è stato cooptato? Gli è stata chiesta una consulenza? Il Comitato ha effettivamente discusso dell’iniziativa da lui proposta relativa alla mostra “Arte e Potere”?

Da tempo sostengo il sussistere di un conflitto di interesse su cui nemmeno l’opposizione avverte il bisogno di una seria riflessione. Inoltre, con il sindaco, fanno parte dei 24 membri del Comitato nazionale gli assessori Foschi e Vetri, il rettore della nostra Università Calcagnini il direttore della Galleria nazionale delle Marche Gallo, l’arcivescovo Mons. Tani e il presidente dell’Accademia Raffaello Bravi. Ma soprattutto Foschi e Vetri non hanno niente da riferire in proposito? Si vorrebbe conoscere i relativi atti e i pareri del presidente Cardini e del segretario Tommaso di Carpegna Falconieri perché il Consiglio comunale e i cittadini vanno messi al corrente e informati più completamente di quanto è stato fatto sinora.

Sulla mostra, in attesa di conoscerne i dettagli, ritengo, con tutto il rispetto per l’arte contemporanea, che sia poco in sintonia con le celebrazioni federiciane. Il capogruppo di Forza Italia- Sgarbi Rinascimento-Udc, Laura Scalbi, per dichiarazione di voto si è incaricata di leggere una lunga lettera di Sgarbi con la quale illustrava le motivazioni della mostra. Un effluvio di parole sull’arte universale per spiegare che secondo lui “sarebbe sembrato provinciale ritenere Urbino un mausoleo o un memoriale di una gloria perduta non intendendone la condizione e il ruolo di capitale ideale (e reale) anche nel nostro tempo”, naturalmente per merito della sua mostra. Quelli che non comprendono l’importanza della sua proposta sarebbero dunque dei “provinciali” perché non capiscono che l’arte è un valore in sé e quindi anche quella contemporanea può stare dentro le iniziative federiciane e che il suo progetto è quello di fare di Urbino una sorta di Davos della cultura invitando in “plurimi incontri in Palazzo ducale i ‘potenti’ del nostro tempo (…), personalità di un’attiva proposta culturale organica al potere”. Boom!

Ma il tema non è nuovo. Il rapporto fra arte e potere politico è antico e ogni tipo di potere si è servito dell’arte per i più diversi motivi: celebrare una vittoria militare, esaltare un sovrano, un detentore di ricchezza economica, un evento religioso. Altrettanto noto è che la stabilità politica e la ricchezza abbiano favorito lo sviluppo di ogni attività artistica e che non a caso le opere d’arte siano concentrate nei luoghi dove si esercitava il potere. L’argomento è molto studiato e a chi volesse approfondirlo consiglio di leggere la rassegna bibliografica sul rapporto tra arti visive e politica dalla prima Guerra mondiale in Italia e in Europa in “Arte, Storia e Politica” curata da Marco Albertaro («Passato e Presente», a. XXXVII (2019), n.107), forse più utile della mostra del nostro pro-Sindaco. Prossimo ministro della Cultura?






Questo è un articolo pubblicato il 27-09-2022 alle 08:03 sul giornale del 27 settembre 2022 - 904 letture

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